Quando le fiamme sfuggono al controllo, ecco che arrivano i pompieri. È indubbiamente questo il loro lavoro, ma fanno anche altro. Il loro dovere non è solo quello di salvare le persone dagli incendi ma sono responsabili per chiunque sia in pericolo, che si tratti di un essere umano o di un animale.
Per un pompiere ogni essere vivente è importante allo stesso modo e chiunque, in caso di necessità, deve essere aiutato. Il loro lavoro è ogni giorno una sorpresa perché non sanno mai quale tipo di chiamata riceveranno.
I pompieri aspettano con ansia il giorno che viene. Gli incidenti sono inevitabili, ma sperano di non dover mai affrontare situazioni troppo pericolose in cui c’è in ballo la vita delle persone. Questo lavoro può dare grandi soddisfazioni ma ci sono momenti in cui è mentalmente, emotivamente e fisicamente probante.
Questo è il motivo per cui è considerato un mestiere pericoloso ma anche eccitante: non si sa mai quali esperienze li aspettano. Ecco cos’è successo a un gruppo di pompieri del Colorado che credeva di aver salvato dei cuccioli per poi scoprire qualcosa di totalmente diverso.
01. Una giornata comune per questi eroi
Era una giornata ordinaria per i pompieri del distretto di Colorado Springs. Come sempre, la squadra al completo si stava preparando per le chiamate di emergenza. Nessuno immaginava che una sola telefonata avrebbe reso quella giornata diversa e da ricordare.
Dopo anni di servizio, ognuno poteva raccontare di attimi che gli avevano cambiato la vita ma nessuno avrebbe immaginato che quella giornata sarebbe stata tale. Tutti svolgevano i loro compiti come ogni singolo giorno, ma non si aspettavano che il risultato sarebbe stato di quel genere…
02. Un salvataggio tipico… o almeno così pensavano
Il dipartimento di Colorado Springs era in servizio come sempre quel giorno di marzo. Stavano parlando dell’ultimo salvataggio e di quale operazione li avrebbe aspettati quel giorno, quando all’improvviso è suonata la sirena e le domande hanno subito trovato risposta.
Una donna aveva chiamato i pompieri chiedendo aiuto per salvare un animale che, a sua detta, era in trappola. Non conoscendo la gravità della situazione, la squadra decise di agire in fretta e arrivare sulla scena in breve tempo. Durante un’emergenza i pompieri sanno che non c’è tempo da perdere, quindi saltarono sul loro camion il più velocemente possibile.
03. Una situazione preoccupante
Sulla strada ripassarono protocolli e precauzioni da prendere quando si salvano animali. Spesso si pensa che salvare un animale sia un lavoro semplice, ma non è così. Facile a dirsi ma non a farsi, per via dell’eventuale complicanza della situazione. Inoltre, a seconda dell’animale, ci si deve comportare in modo diverso.
Proprio come gli esseri umani, anche gli animali hanno comportamenti differenti specie se si trovano in pericolo. A volte restano tranquilli ma spesso sono stressati e si agitano. In quella specifica situazione, i pompieri non sapevano nemmeno di quale animale si trattasse e in quale pericolo si trovasse. Dovevano quindi essere particolarmente cauti.
04. Tutti pronti
Fra le tante domande, si chiedevano quale sarebbe stato il tipo di animale che avrebbero salvare. Poiché erano in città, pensarono a un animale domestico come un cane o un gatto, senza tuttavia escludere che si potesse trattare di uno selvatico. Presero comunque misure precauzionali mentre si dirigevano sul posto. La regola numero uno di un pompiere è assicurarsi di non essere a propria volta in pericolo per poter salvare le altre vite.
Grazie all’esperienza, erano tutti piuttosto sicuri della riuscita di quell’operazione. Avevano già salvato molti animali che avevano inalato fumo, erano feriti o avevano bruciature, ed erano certi che avrebbero fatto di tutto anche questa volta, sebbene non avessero ancora idea della razza dell’animale. In ogni caso, i pompieri del Colorado sapevano come agire.
05. L’arrivo in scena
Arrivata sul posto, la squadra è scesa subito dal camion e corsa al tombino. A quanto pareva, l’animale vi era rimasto intrappolato dentro. Hanno controllato subito e valutato se ci fosse bisogno di una maggiore attenzione ma fortunatamente non era stagione di piogge.
Se la fogna fosse stata colma d’acqua infatti, l’animale avrebbe potuto affogare. I pompieri erano grati che qualcuno li avesse chiamati immediatamente. Il tombino era piuttosto profondo, buio e freddo. Non riuscivano a immaginare come un animale fosse potuto entrare lì dentro, dato che lo spazio era minimo. Bisognava allora agire in fretta, specie se si trattava di un cucciolo.
06. La giusta intuizione
Poiché lo spazio era molto piccolo, i pompieri hanno intuito che l’animale doveva effettivamente essere piccolo a sua volta. Se ne resero conto quando, aperta la grata, non spuntò nulla. Per un animale di taglia media quel tombino era basso e, di sicuro, scoprendo l’apertura, ne sarebbe uscito velocemente. Perciò, i pompieri capirono di dover usare precauzioni aggiuntive.
Aperto il tombino e scoperta la zona, iniziarono a sentire dei suoni e si convinsero di aver ragione: stavano per salvare dei cuccioli! Tuttavia, essendo molto buio, non erano ancora in grado di capire di quale animale si trattasse. Il loro scopo nell’immediato era comunque salvare i piccoli il più velocemente possibile.
07. Come ci sono arrivati lì?
Per quanto potessero fare delle ipotesi, non riuscivano proprio a capire come fossero potuti arrivare in quel buco. Gatti e cani domestici raramente lasciano incustoditi i propri cuccioli e non partoriscono in quei luoghi. Quella nidiata inoltre non sembrava nemmeno essere selvatica, perciò i pompieri erano confusi su come fossero finiti nella fogna.
La squadra di pompieri di Colorado Springs continuava a non capire di che animale si trattasse. Alcuni sondarono la fogna per capire come tirarli fuori, mentre altri andarono in cerca dell’ipotetica madre nei dintorni. Se solo avessero notato un animale appartato avrebbero facilmente potuto identificare la razza dei loro protetti.
08. Una circostanza davvero delicata
Cercarono a lungo la madre dei piccoli ma non notarono alcun animale nella zona. Non volendo trarre conclusioni affrettate, pensarono che forse i cuccioli erano stati abbandonati e che il loro arrivo avesse spaventato la madre che era scappata, o magari coinvolta in un incidente. Per quanto triste, quella era la soluzione più probabile.
Quell’ipotesi li motivò ancora di più e passarono all’azione. Cercarono di fare il massimo per riuscire a tirarli fuori. Speravano tuttavia di non essere arrivati troppo tardi e che ciascun cucciolo fosse ancora vivo e vegeto.
09. Una decisione
Era marzo e di recente molti condotti si erano riempiti di acqua, perciò anche quello era pieno di detriti e sporcizia. I pompieri erano preoccupati per quei cuccioli ma per fortuna erano ancora vivi. Stavano tuttavia congelando e avevano bisogno di soccorso immediato. Bisognava però considerare vari fattori.
Se la madre li avesse lasciati lì per andare a cercare da mangiare? Portandoli via, come avrebbe potuto ritrovarli? L’identificazione della razza continuava a essere ardua per via del buio nella fogna: qual era la cosa migliore da fare?
10. Una cosa alla volta
A prescindere da quanto fosse complicata la situazione, i pompieri dovevano prendere una decisione. Per tenerli al caldo e capire finalmente con chi avevano a che fare, scelsero di tirare fuori i cuccioli. Per aiutarli dovevano per forza di cose sapere che genere di cuccioli fossero.
Un animale domestico avrebbe avuto bisogno di cure particolari, mentre uno selvatico andava lasciato da qualche parte perché imparasse a cavarsela da solo. Come prima cosa, i pompieri raggiunsero i cuccioli e uno ad uno li estrassero dalla fogna, innamorandosene all’istante.
11. Alla luce per la prima volta
Mentre tutti scommettevano sulla razza, uno dei pompieri lentamente si allungava per prendere i cuccioli. Venne steso uno straccio e gli uomini indossarono dei guanti per non togliere l’odore dai piccoli, in caso la madre li cercasse. Quando riuscirono a estrarre il primo, tutti rimasero a bocca aperta.
Ciascun piccolo è stato tirato fuori e alla fine identificato. La creaturina era minuscola, col pelo nero, orecchie a penzoloni e una coda sottile. Tutti pensavano di sapere di cosa si trattasse.
12. Ciao, piccoli
La squadra di pompieri non riusciva a credere di aver salvato quel bel gruppetto di cucciolotti! Non era la prima volta che lo facevano ma non era mai successo che fossero intrappolati dentro una fogna. Ancora non capivano come ci erano finiti ma sapevano che non era certo il posto in cui dovevano stare.
Solitamente gli animali di quel tipo cercano posti comodi dove partorire, ma quella fogna era tutto fuorché comoda e quei piccoli non sarebbero mai sopravvissuti lì dentro. Si concluse quindi che la realtà era un’altra, dura e crudele: qualcuno li aveva abbandonati.
13. Una triste realtà
Felici di aver salvato tutti i cuccioli, i pompieri erano tuttavia rattristati all’idea che quelle povere creature erano state abbandonate al buio e al freddo dal loro proprietario, ma non avendo ancora alcuna prova, speravano di sbagliarsi.
I piccoletti erano così carini e innocenti che immaginare che qualcuno li avesse abbandonati, sapendo che non potevano nutrirsi da soli, era davvero difficile. Decisero che in un primo momento se ne sarebbero occupati loro, dandogli ogni cura possibile.
14. Una lezione per tutti
La squadra voleva comunque ricordare a chi non è in grado di prendersi cura dei propri animali, che esistono opzioni diverse dall’abbandono. Se non ci sono i mezzi e le possibilità, ci sarà sempre qualcun altro che potrà curare gli animali.
Non tutti infatti sono amanti degli animali o capaci di crescerli, ma per fortuna c’è sempre qualcun altro disposto a prendersi cura di loro e a dare un mano. Per questo l’abbandono non può essere concepibile, quindi i pompieri continuavano a sperare di essersi sbagliati nel caso di quei cuccioli.
15. Al calduccio assieme
Anche se la fogna non era troppo profonda, era comunque buio e il fatto che i cuccioli fossero neri non aiutava. Il pompiere che li stava tirando fuori temeva di lasciarne indietro uno. Dopo un’accurata ricerca però, ecco otto piccolini che si rannicchiavano uno contro l’altro sullo straccio bianco. Sembravano davvero infreddoliti, tanto da cercare calore l’uno nell’altro.
È stato un momento davvero toccante per questa squadra che aveva capito la disavventura che avevano trascorso quei piccoletti. Il pelo era sporco e sembravano ancora molto piccoli e vulnerabili. Possiamo solo immaginare quanto sia stata dura per loro restare lì dentro così a lungo.
16. Grazie al cielo
I pompieri hanno iniziato chiedersi cosa fosse successo ai cuccioli e, alla fine, hanno rintracciato la persona che aveva chiamato per chiedere aiuto. La testimone ha spiegato loro che non era come pensavano: la donna aveva visto cos’era successo veramente. Finalmente tutti tirarono un sospiro di sollievo.
Nessuno aveva abbandonato quei poveri cuccioli. Secondo la testimone, quella era una giornata anomala perché c’era stato un acquazzone improvviso e i piccolini erano stati portati via dalla corrente veloce. L’acqua li aveva spinti dentro la fogna. Scampato il pericolo, tutti erano felici di sapere che i piccolini fossero sani e salvi e, soprattutto, che non fossero stati buttati lì da qualcuno.
17. Le persone giuste
I pompieri erano lieti che qualcuno li avesse chiamati e non avesse dato per scontato l’accaduto: si trattava sicuramente di una persona che amava davvero gli animali anche se non erano i suoi. Era lei la vera eroina della storia!
Quando la donna aveva visto i cuccioli scivolare dentro il tombino, si era resa conto che da sola non sarebbe riuscita ad aiutarli. Non poteva farci nulla e non aveva un’attrezzatura adeguata, perciò aveva chiamato i pompieri.
18. Indovina
Ora che i cuccioli erano al sicuro e che il caso era chiuso, era arrivato il momento di scoprire che razza di animali fossero. Ce n’erano migliaia ma, con tutte quelle caratteristiche, alla fine concordarono tutti su una: dovevano essere Labrador.
Essendo così carini, sapevano che le adozioni sarebbero state veloci ma, come prima cosa, era necessario assicurarsi che fossero tutti in salute e non avessero problemi. La fogna non è certo un ambiente salubre per un animale domestico, specie se così piccolo, quindi portarono la nidiata dal veterinario più vicino.
19. Un piccolo check-up per i cuccioli
Non sapendo esattamente quanto tempo i cuccioli fossero rimasti nella fogna, andarono dal veterinario per farli visitare ed essere certi che stessero bene. Si diressero alla Human Society di Pikes Peak e li fecero controllare uno a uno. Fortunatamente, dopo qualche ora di attesa ricevettero buone notizie: i veterinari assicurarono loro che i piccoletti erano tutti in salute e forti nonostante la disavventura.
Mark Jenkins, che era membro della squadra di salvataggio, voleva essere informato su tutto ciò che sarebbe capitato loro perciò lasciò il suo numero alla clinica veterinaria. Non pensava che sarebbe stato richiamato tanto in fretta!
20. Un annuncio inaspettato
Quando rispose alla chiamata del veterinario, Mark era un po’ sulle spine: chissà cosa stava succedendo adesso. Pensava che i cuccioli si fossero ammalati o altro. Invece venne rassicurato che non c’era nulla di cui preoccuparsi, i cucciolotti stavano bene ma il veterinario aveva una cosa da dirgli, una cosa inaspettata.
Mark rimase in silenzio per un po’, guardando i colleghi che aspettavano l’aggiornamento. Non riusciva a dire una parola ma all’improvviso si mise a ridere della grossa notizia. Gli altri pompieri lo guardarono come se fosse impazzito e quando Mark mise giù il telefono e riferì loro ciò che aveva saputo, lo shock fu generale.
21. La verità
Sin da quando avevano messo gli occhi su quei cuccioli, tutti quanti avevano creduto che si trattasse di cagnolini, Labrador nello specifico. Invece, il veterinario aveva telefonato per dar loro la notizia inaspettata: i piccoletti non erano cuccioli di Labrador ma di volpe.
I pompieri non riuscivano a credere alle loro orecchie! Quegli animaletti sembravano cani in tutto e per tutto. Il veterinario aveva spiegato che appartenevano comunque alla famiglia dei cani, ma erano volpi rosse. Lo sbaglio non lo aveva sorpreso più di tanto dato che i volpacchiotti in effetti somigliano a cuccioli di cane specie appena nati, perciò non era raro farsi ingannare. I pompieri tuttavia stentavano a riprendersi dalla sorpresa.
22. Il meglio per loro
Oltre a informarli sull’errata identità, il veterinario aveva chiesto anche un piccolo favore. Essendo volpacchiotti, era preoccupato che la madre potesse essere ancora in giro a cercarli, quindi chiese di riportare i piccoli dov’erano stati trovati.
I pompieri hanno capito subito la situazione e si sono immediatamente dati da fare. Sapevano che le cure della madre sarebbero state le migliori quindi dovevano riportare in zona i piccoli, sistemandoli vicino a dov’erano stati salvati ma osservandoli da lontano.
23. Un tentativo
La squadra ha riportato quindi indietro i piccoli ma accertandosi comunque che l’area fosse messa in sicurezza. I pompieri si sono allontanati e hanno atteso il ritorno della madre. Sapevano che la distanza era importante per non spaventarla e farla fuggire, ma la pazienza era un po’ al limite.
I pompieri speravano che la madre dei volpacchiotti tornasse in fretta a prendersene cura. Sapevano che le volpi tendono a muoversi di notte, quando c’è meno gente in giro e tutto è tranquillo, perciò avrebbero dovuto aspettare per vedere quella famigliola riunita.
24. Missione fallita
Passarono varie notti al buio, mentre aspettavano pazientemente il ritorno di mamma volpe, ma ormai la pazienza era agli sgoccioli e della volpe non c’era traccia. Speravano che non le fosse accaduto nulla di pericoloso o, peggio, che fosse morta.
Dopo diversi giorni di attesa i pompieri hanno capito che dovevano fare nuovamente qualcosa. Invece di aspettare, i volpacchiotti dovevano essere portati nella foresta per imparare a sopravvivere, ma prima qualcuno doveva svezzarli. Si passò allora al piano B.
25. Un passo avanti
Presi nuovamente i cuccioli, i pompieri li hanno portati in un posto in cui sapevano che sarebbero stati curati, alla clinica per animali di Woodland Park. Sapevano che quello sarebbe stato il posto più sicuro dove crescere come se fossero in natura.
La clinica di Woodland Park è rinomata per aiutare e riabilitare animali di ogni forma e stazza e per insegnar loro come vivere in natura in modo creativo. I pompieri si aspettavano che i volontari si curassero dei volpacchiotti proprio come avrebbe fatto la mamma, naturalmente.
26. Una lezione per tutti
Dopo l’accaduto, si poteva pensare che la storia si fosse rivelata semplicemente molto divertente, visto che le creaturine non erano cagnolini ma un gruppo di piccoli di volpe, ma quell’esperienza aveva insegnato molto a tutti quanti. Il salvataggio dei volpacchiotti infatti sarebbe sempre rimasto impresso nei cuori dei pompieri.
La squadra di Colorado Springs riteneva di essere stata molto fortunata ad aver potuto lavorare con quel genere di animale selvatico. Molti di loro non avevano grandi conoscenze a riguardo, specie sul comportamento di simili animali. Quindi tutti speravano che la loro storia destasse un maggior interesse rispetto a quelle creature e ai fraintendimenti dei quali spesso sono vittime.
27. Per gli esperti
Per gli esperti la presenza dei volpacchiotti in un’area urbana non è una sorpresa. Le volpi infatti restano incinte nei mesi freddi e partoriscono alla fine dell’inverno, proprio come era successo alla madre di quei cucciolotti.
Il Colorado è noto per la grande presenza di volpi dato che è prevalentemente collinare e montagnoso, territorio in cui si possono creare delle tane. Essendo in città, mamma volpe doveva essere stata tratta in inganno dalla forma del tombino, considerandolo un posto sicuro dove sistemarsi e partorire.
28. Si spera per il meglio
Con l’aiuto e la collaborazione di tutti, probabilmente quei cucciolotti avranno davanti un futuro radioso. Anche se la madre li aveva abbandonati, sono stati salvati grazie all’aiuto di una testimone e della squadra dei pompieri di Colorado Springs, per poi essere supportati dalle cure e dalla conoscenza di chi lavora nella clinica per animali di Woodland Park.
Alla fine, anche se questa storia è iniziata con un incidente sfortunato, tutto è finito nel migliore dei modi grazie al supporto delle persone giuste. I pompieri si augurano che l’avventura sia stata di aiuto per conoscere meglio il mondo animale.
29. Non è ancora finita
Lo scopo di questa storia è far capire che con la crescita smisurata della cinta suburbana, non si possono biasimare gli animali selvatici che arrivano in città. Anche loro hanno un posto nel mondo che chiamano casa, esattamente come tutte le altre creature. In quanto persone in grado di capire, non dovremmo giudicare e trattarli come bestie pericolose quando li incontriamo. Se vi capita, sarebbe meglio chiamare immediatamente un esperto.
Gli incidenti d’altro canto sono inevitabili. Se non sapete cosa fare e siete soli, è meglio evitare di prendere decisioni autonomamente. Potete aiutare e salvare delle vite chiamando le autorità che di certo sapranno come comportarsi. I pompieri sperano che un giorno ciascuno di noi si senta socialmente responsabile e dia il giusto valore a ogni creatura che ci circonda.