Parte del lavoro di un agricoltore consiste nello zappare la terra e nel coltivare, ma questi due uomini non si sarebbero mai aspettati di fare una scoperta simile. Due agricoltori di diverse parti del mondo hanno trovato in mezzo alla terra indizi risalenti a migliaia di anni prima senza rendersi subito conto di quanto le loro scoperte fossero collegate.

La natura non ci ha ancora svelato tutti i suoi segreti e riteniamo esista ancora molto di nascosto. Ci sono creature delle quali non si sa nulla, sconosciute all’occhio umano. Per questo motivo i due agricoltori sono rimasti a bocca aperta quando hanno trovato questi reperti nei loro campi.

Una bella mattina di Natale
Jose Antonio Nievas si è svegliato la mattina di Natale del 2015 a casa sua in Argentina e, di prima mattina, ha deciso di fare una passeggiata nel suo ranch per riflettere sullo spirito natalizio.

Mentre attraversava un ruscello nella sua proprietà, ha notato qualcosa di molto insolito: una grossa pietra rotonda che spuntava dalla sponda del ruscello. Incuriosito, si è avvicinato per esaminarla bene ma si è reso subito conto che non era veramente una pietra, bensì qualcosa di totalmente inaspettato.

In cerca di aiuto
Dopo essersi avvicinato a quell’oggetto bizzarro e perfettamente sferico, Jose ha cercato di pulirlo dal fango per riuscire a vederlo meglio e comprendere cosa fosse. Mai si sarebbe aspettato una cosa simile.

Non riuscendo a togliere le incrostazioni, ha chiamato la moglie Reina per chiederle una mano, sperando che lei potesse aiutarlo nel riconoscere cosa potesse essere quello strano oggetto ritrovato.

L’esplorazione
Jose e la moglie hanno provato a portare alla luce e ripulire l’oggetto lavorando lentamente e in modo delicato per non danneggiarlo. Fortunatamente avevano degli utensili adatti allo scopo.

Continuando a scavare si sono resi conto della particolare forma dell’oggetto e alla fine, dopo aver fatto tutto quel che potevano, hanno capito di aver bisogno di ulteriore assistenza per scoprire l’origine di quel curioso reperto, così hanno chiamato la polizia.

La diffusione della notizia
Mentre Jose e la moglie chiamavano la polizia, in città si era sparsa la voce dell’oggetto misterioso. Tutti erano incuriositi, volevano sapere da dove provenisse quello strano oggetto, ma nemmeno le forze dell’ordine riuscivano a capire cosa fosse.

La polizia era confusa e non trovava alcuna spiegazione logica ma, per fortuna, un cane presente sulla scena ha fornito loro il primo grande indizio. La sua reazione ha lasciato tutti senza parole.

Il cane percepisce qualcosa
Quando il cane di Jose è entrato nella cortina di persone presenti sulla riva, ha avuto una strana reazione. Ha iniziato ad annusare, abbaiare e lentamente si è avvicinato all’oggetto misterioso.

Questa reazione è stato il primo segnale importante, perché solitamente gli animali non si agitano tanto per piante o sassi. Sicuramente quello stano oggetto nascondeva qualcosa, dovevano immediatamente scoprirlo.

Meglio affidarsi ai professionisti
Tenendo a mente la reazione del cane, la polizia aveva deciso che sarebbe stato meglio chiamare due esperti archeologi locali. Una volta giunti sul luogo, hanno concluso che si trattava di qualcosa proveniente da un’altra era, decisamente un reperto antico.

Erano consapevoli del fatto che, per approfondire la questione, sarebbero state necessarie delle ricerche scientifiche che potevano essere eseguite solo in laboratorio. Così hanno organizzato la rimozione del reperto per fare dei test.

Tempo di scavi
Quando gli archeologi hanno cercato di scavare attorno all’oggetto misterioso, hanno visto che era piuttosto largo e pesante, un uovo di materiale duro. L’operazione non sarebbe stata facile.

Infatti, ci è voluto molto tempo prima che riuscissero a sollevarlo ed è stato estremamente difficile trasportarlo in laboratorio. Le cose si facevano sempre più complicate ma anche interessanti. Tutti volevano sapere.

Fossili
Una volta arrivato in laboratorio, dando un’occhiata al microscopio, gli archeologi avevano scoperto che si trattava di una sorta di fossile o meglio di un carapace di tartaruga molto grande.

Ma la storia non era di certo finita qui. Infatti, quella scoperta era strettamente collegata a un altro ritrovamento, avvenuto nello stesso momento ma dall’altra parte del mondo! C’era davvero dell’incredibile in tutta questa storia.

Il mostro del Michigan
In contemporanea all’Argentina, un agricoltore di una cittadina del Michigan, James Bristle, mentre lavorava la sua terra come d’abitudine, aveva scoperto una bestia preistorica proprio sotto i suoi terreni.

Ma i due uomini non si conoscevano, né sapevano della coincidenza che li stava unendo. Un contadino dell’Argentina e uno del Michigan avevano ritrovato, nello stesso lasso di tempo, due reperti storici proprio nelle loro terre!

La scelta
James, contadino per professione, stava cercando il luogo migliore dove impiantare le condutture del gas nel suo terreno. Aveva scelto un campo di soia poco praticato e aveva iniziato a scavare.

Il lavoro che doveva svolgere sarebbe stato molto duro e faticoso, perché le tubature del gas naturale richiedono molti scavi. James sapeva che sarebbe dovuto andare molto a fondo, ma non si aspettava certo di trovare una cosa simile…

La chiave è il giusto equipaggiamento
James ha iniziato a scavare con attrezzi specifici come un retroescavatore. Sapeva che sarebbe stato un lavoro lungo ma era determinato a terminarlo prima di Ottobre e dell’arrivo della neve.

Mentre manovrava l’escavatrice, aveva colpito qualcosa di duro. Capita spesso, durante i lavori di scavatura, trovare qualche strano oggetto sotto il terreno, ma mai avrebbe potuto pensare di imbattersi in una cosa simile.

Qualcosa di solido
Tecnicamente, il campo di soia doveva avere un terreno morbido e fertile, senza grandi massi o radici profonde perciò è stata una bella sorpresa quando l’escavatrice ha colpito una massa solida.

James, preso dalla curiosità, è sceso dal mezzo per vedere cosa ci fosse. Ha iniziato a scavare con le mani nude e ha subito percepito qualcosa di duro e liscio che non poteva essere né un sasso né una radice.

Ossa insolite
Ha dunque cercato di tirare fuori l’oggetto dal fango, continuando a scavare il terreno e cercando di pulirlo mano a mano. Ma, andando avanti con questo lavoro, si era reso conto di aver trovare un osso piuttosto insolito.


Sembrava quello di una costola, ma molto più largo rispetto a quello di un comune animale. E non poteva nemmeno appartenere a un cavallo o una mucca. Preso dalla curiosità, James ha continuato a scavare in cerca di altri indizi.

Intanto, in Argentina…
Allo stesso tempo, dall’altra parte in Argentina, gli studiosi avevano finalmente scoperto cosa fosse il particolare oggetto ritrovato nella proprietà di Jose, ed era qualcosa di stupefacente.

A quanto pareva, durante quell’oziosa passeggiata sulla sua proprietà, Jose aveva scoperto un carapace fossilizzato di gliptodonte, un animale simile a un armadillo, risalente all’epoca dei dinosauri.

Lo scavo in Michigan
Intanto, in Michigan, gli scavi stavano proseguendo. Ci sarebbero voluti ancora un paio di giorni prima di tirare fuori completamente quel reperto. Ma la curiosità era troppo forte, e James voleva assolutamente scoprire di cosa si trattava.

Il tempo passava e, con sorpresa di tutti, venne trovato anche un secondo osso estremamente lungo, più del precedente. Chissà quale reperto storico sarebbe emerso dalle terre di James?

A tre metri
Venne allora scavato un tunnel di tre metri di profondità. Quella era la misura standard dell’epoca per un gasdotto naturale che, ora, era diventato un vero e proprio sito archeologico!


La notizia ha destato grande entusiasmo nella cittadina ed è arrivata anche sui giornali più famosi. Non capita tutti i giorni di trovare, sotto i propri campi, un sito archeologico. Tutti erano scioccati.

Notizia che rimbalza
Proprio come era accaduto nel paesino in Argentina, questa cittadina del Michigan si era trovata animata dalla curiosità di capire a cosa appartenessero quelle ossa. Tutti iniziarono subito a fare delle supposizioni.

Un’ipotesi comune era che fossero di un mostro sepolto secoli prima… ma non era l’unica! Ognuno cercava di dare un’origine e un’identità a quello strano ritrovamento sicuramente appartenente all’antichità.

Meraviglia totale
Dopo vari tentativi, quando finalmente la soluzione è arrivata tutti sono rimasti a bocca aperta: si trattava di un grosso teschio dotato di zanne lunghe quanto un umano. Nessuno se lo sarebbe mai aspettato.

La domanda allora che tutti si posero era: come aveva fatto un elefante a finire tre metri sotto terra nel mezzo del Michigan? La curiosità non erano finite, e nemmeno le scoperte!

Comunicazioni dirette
Non sapendo come gestire quella scoperta fenomenale, James ha contattato il professor Daniel Fisher dell’Univesità del Michigan, un esperto di paleobiologia ed estinzione di mastodonti e mammut, perché voleva andare più a fondo nella questione.

Fisher era a capo del Museo di Paleontologia dell’Università. Inutile dire che, il giorno dopo aver ricevuto la telefonata, si è diretto al sito assieme a un gruppo di studenti per prepararsi agli scavi.

La valutazione
Daniel Fisher e i suoi studenti non erano più nella pelle quando si resero conto di cosa avevano davanti: lo scheletro intero di un mammut! E la cosa più strabiliante era la perfetta conservazione.

Scoprire dei resti in condizioni tanto perfette è infatti una rarità. Come era possibile tutto ciò? Tuttavia il quesito da risolvere era un altro in quel momento: come spostare i resti senza danneggiarli.

Un’idea intelligente
Dopo averci riflettuto a lungo, il dottor Fisher e la sua squadra riuscirono a trovare un modo brillante per spostare le ossa del mammut senza causare danni. L’operazione non sarebbe stata facile.

Per sollevare gradualmente lo scheletro dalla fossa e sistemarlo in un luogo idoneo dove potesse essere pulito e analizzato, l’équipe aveva utilizzato delle escavatrici e delle apposite cinghie.

Riuniti in attesa di un miracolo
Intanto la folla osservava incuriosita le manovre trattenendo il fiato, mentre lo scheletro veniva sollevato e sistemato sul cassone di un camion. Sembrava un vero e proprio spettacolo di magia.

Passo dopo passo veniva tirato su, lentamente, e la folla seguiva con gli occhi attenti ogni passaggio. Temevano il peggio – che probabilmente alla fine non fosse riuscito ad emergere visto il peso importante – ma per fortuna erano quasi arrivati alla fine dell’impresa.

Riuniti in attesa di un miracolo
La folla osservava le manovre senza parole, solo con lo sguardo vispo, mentre lo scheletro veniva sollevato e sistemato sul cassone di un camion. Ogni movimento era seguito attentamente, con la speranza di vedere il mammut interamente fuori.

Alla fine, dopo essere stato tirato fuori, lo scheletro è stato posato con cautela sul camion e portato al museo per essere studiato e ispezionato. Ma la vicenda non era finita qui, perché la sorpresa più grande non era stata ancora svelata.

Due diversi fossili ai poli opposti
Era una situazione davvero strana: due agricoltori, in parti diverse del mondo, avevano trovato in contemporanea due scheletri sotto i loro terreni. Si trattava di una semplice coincidenza?

Per comprendere appieno tutto, bisogna conoscere la storia dietro queste incredibili scoperte. Analizziamo allora attentamente tutti i dettagli che ci condurranno alla soluzione!

In tutto il mondo
L’Argentina è famosa per molte scoperte soprattutto scientifiche, ma non è il luogo di scoperta principale dei gliptodonti. Il caso di Jose è stato sicuramente straordinario.

Negli ultimi 100 anni, sono stati trovati gliptodonti in quasi ogni continente, dalla Cina, all’Australia e persino in Antartide, ma nessuno avrebbe immaginato l’Argentina come luogo di scoperta. Ma cos’è un gliptodonte?

Cosa sono? 
Il gliptodonte è un genere estinto di mammiferi, con grande capacità di difesa. È lungo circa tre metri e altro 1,5 e ricorda vagamente l’aspetto attuale dell’armadillo. Si pensava che all’epoca fosse l’animale più forte che esistesse sulla terra.

I loro carapaci erano simili a quelli delle tartarughe, estremamente duri e resistenti, e venivano utilizzati come protezione dai predatori. Dopo ulteriori ricerche, gli scienziati hanno scoperto che i gliptodonti e l’uomo popolavano la terra alla stessa epoca e hanno ipotizzato che sia stato proprio quest’ultimo a portarli all’estinzione.

Cacciatori
Erano dotati di una corazza costituita da oltre 1.000 tubercoli ossei che andava a ricoprire tutto il corpo, ad eccezione delle zampe. Questi tubercoli ossei si incastravano perfettamente fra di loro senza soluzione di continuità. In questo modo il carapace era davvero impenetrabile.

Questa incredibile struttura difensiva era eccezionalmente pesante, e le zampe erano costruite in modo tale da poter sorreggere l’animale mentre si spostava da una parte all’altra. Nonostante però questa corazza serviva a proteggere l’animale, tuttavia i gliptodonti erano grandi bersagli per i cacciatori.

I discendenti moderni
La corazza era costituito da elementi fusi insieme, che conferivano all’animale un aspetto “da tartaruga” e non gli permettevano di appallottolarsi. Nonostante questo però, i gliptodonte sono molto più simili ai nostri attuali armadilli.


Sono infatti imparentati tra loro: entrambi mammiferi terrestri, hanno un’armatura ossificata sulla testa e un muso allungato. Infatti, le ossa nasali molto alte del gliptodonte hanno indotto alcuni paleontologi a ipotizzare l’esistenza di una corta proboscide, per mezzo della quale poteva raggiungere la vegetazione.

Preistorici
Anche se non ci sono molti dati riguardanti questo genere di mammiferi, è opinione diffusa che il gliptodonte vivesse nei pressi di corsi d’acqua, laghi e ruscelli. Erano originari del Sud America ma alla fine migrarono in Guatemala.


Probabilmente, il gliptodonte argentino è morto qui oppure è rimasto bloccato lì sotto durante una violenta tempesta. Anche se il corpo è scomparso, il guscio ha resistito migliaia di anni.

Il mammut?
Invece, per quanto riguarda gli studi che sono stati fatti sullo scheletro di mammut, ritrovato nel campo di James, all’Università del Michigan, hanno portato alla luce alcuni fatti davvero interessanti.

Dopo aver ben ispezionato il reperto in laboratorio, le zanne sono state catalogate e le ossa datate al fine di poter essere portate ed esposte al museo. Ma come è arrivato il mammut fin lì?

Giganti dal Sud America
Come abbiamo detto, i mammut sono originari del Sud America, ma in seguito sono migrati anche in Centro e in Nord America. Si estinsero nel Pleistocene, circa 11.700 anni fa.

Questo, infatti, non è l’unico esemplare ritrovato in Michigan. Finora ne sono stati scoperti 30, ma quello di James è in assoluto il più grosso mai stato scoperto in quella zona.

Ingerenze umane?
Durante la ricerca, è stato però scoperto che la mano umana ha avuto sicuramente  influenze di qualche tipo sullo scheletro. Probabilmente, in passato, era stato il bersaglio di qualche cacciatore.

È possibile, infatti, che il mammut sia stato catturato da un gruppo di cacciatori in cerca di carne e che poi le ossa del suo scheletro siano state abbandonate lì dove si sono conservate per tutto questo tempo.

Donazione
Per quanto il ritrovamento che avesse fatto James non solo lo aveva reso molto celebre ma anche l’artefice di quella grandiosa scoperta, tuttavia si rese subito conto che in realtà non se ne sarebbe fatto nulla di quello scheletro essendo lui un agricoltore.

Decise allora di donarlo alla scuola che aveva lavorato tanto per recuperarlo e studiarlo. Non avrebbe potuto fare gesto migliore e proprio per questo, venne acclamato ancora di più.

Due scoperte sensazionali
Nonostante queste due scoperte siano separata da migliaia di miglia, sono entrambe di rilevante importanza soprattutto perché sono strettamente collegate tra loro. Ci hanno permesso infatti di approfondire il nostro passato che resta tuttora ampiamente sconosciuto.

Jose e James erano semplici agricoltori che sono incappati per caso in un’incredibile ritrovamento e, involontariamente, si sono uniti alle fila dei grandi archeologi mondiali. Provate a scavare, magari un giorno anche voi potreste diventare uno di loro!