Avete presente quando un documentario sulla natura selvaggia ci prende così tanto da sentirci parte della storia degli animali? Ecco, vi sentirete proprio così leggendo questo articolo perché non si tratta solo di una testimonianza, ma di un insegmaneto su come si affrontano le avversità, sul potere della natura e sulla gentilezza degli estranei.

Questa è la storia di un’eroica mamma orsa e dei suoi due cuccioli che, sfidando ogni calamità, hanno attraversato a nuoto un lago ghiacciato della Russia. Continuate a leggere per scoprire cosa è accaduto.

Un racconto sulla perdita e sull’amore
Questa storia parla di sacrificio e speranza, paura e perdita. Tratta dell’implicito catena che lega ogni essere sulla terra, umano e non, e sulla solidarietà tra specie diverse che lottano unanime per la sopravvivenza.

Quando una mamma orsa lasciò i suoi cuccioli ormai spacciati in mezzo a un lago freddissimo, i piccoli erano quasi spacciati. Qualcuno sarebbe dovuto intervenire. Per fortuna alcuni pescatori nelle vicinanze si sono imbarcati per salvarli: ce l’avrenno fatta?

Un lago che non perdona
Il racconto inizia sulle acque dolci di un lago che si chiama Vygozero, nella zona nordoccidentale della Russia. È uno specchio d’acqua così incredibilmente freddo che le temperature possono raggiungere i -4 gradi Fahrenheit, cioè i -20 gradi Celsius (ovviamente non è una meta popolare per lo sci nautico!).

Data la vastità del lago e le temperature gelide, nuotarci è decisamente impossibile sia per gli esseri umani che per la maggior parte delle altre creature (pesci esclusi). Pare impossibile attraversarlo da sponda a sponda senza prendersi un bel colpo di freddo. Scopriamo allora cos’è successo ai cuccioli di orso bloccati in questo lago.

Un posto dove andare
Non è ancora chiara, e potremmo anche non conoscerla mai, la ragione per cui mamma orsa ha deciso di attraversare quelle acque con i suoi cuccioli appena nati. L’istinto materno è comunque molto forte, soprattutto negli orsi.

Ci chiediamo quindi quale ragione l’avesse spinta a tuffarsi nel lago anche dopo aver sentito il morso dell’acqua ghiacciato. Si trattava sicuramente di una femmina di orso tosta, che purtroppo però ha messo i suoi due piccoli in pericolo, non avendo capito che probabilmente loro non erano forti quanto lei.

Una decisione terribile
Purtroppo la decisione di tuffarsi nel lago con i due cuccioli non è stata la migliore. Con i piccoli aggrappati alla sua schiena, la forza e la volontà che possedeva non erano sufficienti per superare quelle temperature gelide.

Hanno cominciato il viaggio attraverso il lago, ma dopo un po’ è stato subito chiaro che non sarebbe riuscita a proseguire portandoli di peso e che i cuccioli non sarebbero riusciti a starle dietro. Così i piccoli sono rimasti indietro e, cercando di salvarsi la vita, hanno iniziato a dimenarsi al centro del lago ghiacciato.

Un tremendo sacrificio
Le mamme orse sono note per essere altruiste, disposte a sacrificare loro stesse per la prole poiché solitamente l’istinto materno ha la meglio su tutto. Questa volta però non è andata esattamente così.

A prescindere dalle intenzioni iniziali, alla fine questa mamma orsa ha scaricato i suoi cuccioli e si è allontanata a nuoto, abbandonandoli inermi nell’acqua. La decisione può lasciare perplessi ma quando in natura si tratta di vita o di morte, accade spesso che l’istinto di sopravvivenza prevalga su quello materno.

La corrente era troppo forte
Dobbiamo tuttavia difenderla perché sotto la superficie del lago c’era una corrente fortissima per cui era difficilissimo nuotare. Ci aveva provato ma, alla fine, dopo aver lottato contro la corrente portando i cuccioli sulla schiena, mamma orsa è stata costretta a separarsi da loro.

Dopo la divisione aveva cercato di salvarsi, probabilmente sperando che i cuccioli riuscissero a farcela da soli. Alla fine, dopo aver nuotato un po’, mamma orsa è riuscita ad arrivare a terra sana e salva ma purtroppo senza i suoi piccoli.

Aiuto!
Quindi mamma orsa non ha volutamente abbandonato i suoi piccoli, ma è stata costretta. Tuttavia loro erano rimasti soli, esausti e disperati nel lago gelato. Come avrebbero potuto sopravvivere?


Arrivare nell’altra sponda sani e salvi era quasi impossibile, sia perché le acque del lago erano davvero gelide sia perché gli orsi molto giovani di solito non hanno molta esperienza con il nuoto. Le probabilità di sopravvivenza erano molto scarse.

Tener duro per salvarsi
Riuscite a immaginare cosa abbiano potuto passare quei poveri cuccioli? Il terrore e il panico che li ha avvolti mentre si dimenavano in quelle acque gelide? La solitudine provata a causa dell’abbandono della loro mamma?

Anche se non si tratta di esseri umani, è impossibile rimanere inermi di fronte a tutto questo. Annaspare per tenersi a galla, combattere tra la vita e la morte convinti di non potercela fare terrorizzerebbe chiunque.

Un salvataggio all’orizzonte?
Quando tutto sembrava senza speranza, all’improvviso e come per magia, una barca è apparsa nelle vicinanze. La situazione è stata subito molto chiara: era necessaria una corsa contro il tempo per salvare dall’annegamento i piccolini spaventati.

I pescatori avevano subito capito che c’era qualcosa che non andava. Vedere dei piccoli orsi agitarsi in mezzo alle acque di un lago ghiacciato li aveva allarmati. Ma senza una mamma orsa in vista, toccava a loro fare qualcosa per salvarli. Potevano farcela?

Come tirarli fuori?
A mano a mano che la barca si avvicinava ai cuccioli, la situazione disastrosa diventava sempre più chiara. I piccoli erano incredibilmente stanchi e lottavano per tenere le teste sopra la superficie l’acqua. L’equipaggio però non sapeva come tirarli fuori da lì in completa sicurezza

Fortunatamente quella barca era un’imbarcazione da pesca: invece di prendere pesci  avrebbero dovuto recuperare i due cuccioli di orso. L’attrezzatura sarebbe stata la loro salvezza.

Un’osservatrice nelle vicinanze
Anche se mamma orsa aveva lasciato i piccoli nell’acqua, era ancora vicinissima alla spiaggia a osservare tutta la scena. Dato che si trattava di un’orsa piuttosto grande, i pescatori non sapevano bene se procedere o meno, temendo per la loro stessa vita.

L’orsa poteva ancora avere un istinto materno forte e temevano che avrebbe potuto cercare di intervenire arrampicandosi sull’imbarcazione. Anche se il tempo a loro disposizione stava finendo, dovevano aspettare che la madre si trovasse a una distanza di sicurezza.

Formulare un piano
Così, mentre aspettavano, i pescatori hanno iniziato a pensare a un piano per tirar fuori i cuccioli dall’acqua. Qual era la soluzione migliore? Come avrebbero potuto sottoporre loro stessi e i cuccioli al minor pericolo possibile?

Dovevano affrontare la situazione con molta calma, perché sarebbe potuto capitare di tutto. Anche se si trattava solo di cuccioli, erano comunque cuccioli di orso. Bisognava procedere con cautela.

Immortalare tutto
Era importante immortalare il momento perché a casa nessuno avrebbe creduto a quel che era accaduto a quei pescatori durante una battuta di pesca qualsiasi. Non capita tutti i giorni di dover salvare dei cuccioli di orso in mezzo a un lago!

Immortalare tutto è stata una buona idea: è per questo infatti che abbiamo potuto raccontare questa storia! I pescatori hanno ripreso tutta la scena del salvataggio. Poco dopo, uno degli orsi ha cercato di salire in barca da solo allungando le zampe.

Bisogno di assistenza
Il fianco della nave era troppo alto per il piccolino e, per quanto ci abbia provato, non è riuscito a salire, soprattutto per la debolezza che lo aveva colto dopo aver cercato di restare a galla nell’acqua per tanto tempo.

Così i pescatori sono dovuti intervenire. Hanno dato il via al loro piano, usando l’attrezzatura da pesca come strumento per afferrare l’orso. In questo modo, tutti sono rimasti sani e salvi.

Il piano giusto
Uno dei pescatori ha avuto l’idea di usare l’attrezzatura da pesca per bloccare i cuccioli e portarli a bordo. Come già detto, nonostante fossero cuccioli, si trattava comunque di orsi, animali che spesso si rivelano pericolosi.

Infatti questi animali hanno denti incredibilmente aguzzi e un morso potente. Quindi, invece di tirare l’orso a bordo, il piano era di lasciare che il cucciolo usasse la bocca come leva per issarsi da solo sull’imbarcazione.

Funzionava?
All’inizio sembrava che il piano avrebbe funzionato, ma l’orso era ancora un po’ troppo lontano dalla barca per riuscire a issare tutto il corpo e probabilmente anche troppo stanco per compiere uno sforzo così grande.

Perciò, anche se i pescatori temevano per la loro vita tirando su fisicamente l’orso, non potevano rimanere inermi a guardare. Era una questione di vita o di morte: dovevano per forza intervenire.

Abbi un po’ di fede, e poi ancora un po’
Ma la situazione non era facile da risolvere. Se i pescatori si fossero sporti troppo, avrebbero rischiato di essere tirati giù dall’orso cadendo così nell’acqua gelata o, peggio, venendo attaccati e mutilati.

Ma cosa potevano fare? Decisero allora di dare fiducia ai cuccioli confidando che avrebbero collaborato affinchè il salvataggio andasse a buon fine. I pescatori speravano che non si facesse male nessuno.

Non servono parole
Tra i pescatori e il cucciolo di orso si è allora stabilita un’incredibile comunicazione non verbale che ha permesso di concludere la vicenda con un lieto fine. A volte non servono le parole per capirsi!

Uno scambio di sguardi e un momento di intesa con quella vita vulnerabile era tutto ciò di cui avevano bisogno i pescatori per prendersi un tale il rischio: sporgersi e fare tutto ciò che potevano per salvare il cucciolo.

Un’idea brillante
E così è stato subito messo in azione un altro piano. Anche se col senno di poi sembrava semplice, in quel momento fatto di grandi rischi e forte adrenalina non era poi così facile agire senza preoccupazione.

Hanno usato le reti da pesca per cercare di tirar fuori dall’acqua l’orso, proprio come avrebbero fatto con un normale pesce se non si fossero imbattuti in quei cuccioli abbandonati.

Funzionerà?
La preoccupazione maggiore in questo caso consisteva nel fatto che le reti da pesca erano fatte per catturare pesci e non pesanti cuccioli di orso. Ciononostante erano disposti a prendersi il rischio di rompere la rete, se la cosa avesse dato loro la possibilità di salvare i piccoli; perciò procedettero col piano.

Hanno buttato la rete in acqua e hanno iniziato col primo cucciolo, che hanno provato a catturare e ad avvolgere con le mani. Ma il tempo stava finendo, e il cucciolo si stava stancando sempre di più.

Un bel peso
Il primo cucciolo è stato messo nella rete da pesca e portato sempre più vicino fino a quando non sono riusciti a farlo salire a bordo. Ma questo era solo l’inizio, perché dovevano anche assicurarsi che gli orsi non si ferissero con le reti.

Inoltre, dovevano stare attenti che i cuccioli non decidessero di usare quel poco di forza rimasta per attaccare i pescatori. Infatti, anche se questi avevano delle buone intenzione, i cuccioli avrebbero potuto attaccarli per paura in qualsiasi momento.

Calmare i cuccioli
E allora cosa poteva fare i pescatori? Dovevano escogitare un altro piano che avrebbe permesso ai cuccioli di arrivare sull’imbarcazione sani e sani senza però spaventarli, così da evitare una pericolosa reazione da parte loro.

Dovevano cercare di calmare il cucciolo così da non compromettere la vita dei pescatori. In questo modo entrambi sarebbero sopravvissuti alla vicenda.

Tirare, tirare e ancora tirare
I pescatori si sino accorti presto di quanto fosse pesante un cucciolo d’orso. Almeno erano grati che fossero ancora giovani – pensate se nell’acqua fosse rimasta incastrata mamma orsa!

Lo sapevate che un orso adulto può arrivare a pesare fino a 590 chili?! Non sarebbero mai riusciti a issarne uno su una rete da pesca. Questi erano ancora cuccioli, ma erano più pesanti del normale per via del pelo bagnato.

Ancora un pochino
Era un bene che quei pescatori fossero abituati alle difficili condizioni del clima freddo del luogo, perché tirare la rete da pesca con il primo cucciolo fu una vera lotta. Si sono appellati a tutte le loro forze, sia fisiche che mentali, per aiutare l’animale.

Dopo un bel po’ di tempo e tanta fatica, il cucciolo alla fine era abbastanza vicino alla barca per arrampicarsi da solo. Finalmente il primo cucciolo era in salvo. La situazione stava volgendo al termine.

Benvenuto a bordo
Pur riuscendo a issare il primo cucciolo sull’imbarcazione, ma non era ancora giunta l’ora di festeggiare. Avevano ancora un altro cucciolo da salvare e il tempo a loro disposizione stava finendo. Il secondo orso aveva lottato per tenersi a galla per tutta la durata del primo salvataggio.

Il secondo, dunque, non solo era più affaticato del primo ma si trovava ancora più lontano dall’imbarcazione. I pescatori allora avrebbero dovuto avvicinarsi ancora più di più per aiutare anche lui.

Fiducia
Dato che erano riusciti a portare in salvo il primo cucciolo, i pescatori erano fiduciosi nel riuscire a salvare anche l’altro. Dopo aver compiuto un’impresa così ardua, ripeterla non poteva essere impossibile!

Adesso che avevano testato il loro metodo con successo, ripetere il processo sarebbe stato più semplice. Ma questa volta dovevano lottare contro il tempo, che ormai stava per scadere.

I fratelli orsi riuniti
Dopo aver raccolto le forze per continuare a tirare, i pescatori sono finalmente riusciti a issare sulla barca anche il secondo cucciolo. Ora, dopo tutto quel lavoro, anche loro erano stanchi quanto gli orsi.


Tuttavia ancora non si era conclusa la vicenda. Con i due cuccioli di orso sani e salvi a bordo, i pescatori sono rimasti con un bel punto interrogativa a cui rispondere. Che cosa fare adesso?

Festeggiamenti
I due cuccioli erano salvi, e questa era la cosa più importante. Così i pescatori decisero di prendersi un momento per festeggiare la loro vittoria – si diedero il cinque ed esultarono – prima di prepararsi alla prossima mossa.

Il gesto che hanno compiuto è stato davvero impressionante. Questi pescatori hanno avuto la sensibilità e il coraggioso di salvare dei piccoli cuccioli d’orso nonostante le difficoltà della situazione.

Non tutti sono felici
Anche se erano salvi dall’imminente pericolo dell’annegamento, i cuccioli non erano in forma ottimale. Erano esausti, infreddoliti e bagnati. Erano anche confusi e in un ambiente totalmente nuovo.

I poverini tremavano di freddo e paura. Quello era probabilmente il loro primo contatto con degli esseri umani. Raggomitolati in un angolo, i cuccioli sentivano davvero molto la mancanza della madre.

L’affetto
I pescatori sentivano di aver legato davvero con quei piccolini. Una disavventura così intensa aveva unito uomo e orso tanto che, alla vista di quei piccolo animali bisognosi, gli uomini avevano pensato di tenerli con loro.

Ma sapevano anche che la loro madre era nei paraggi in attesa di riunirsi con i suoi piccoli e che portarli via da lei per una seconda volta non sarebbe stata la scelta giusta da fare. Doveva agire, al fine di ricongiungerli.

Dove portarli
Restava comunque il problema di dove portarli. Dovevano scoprire assolutamente dove si trovasse mamma orsa ma soprattutto, dopo tutto il clamore del salvataggio, qualcuno dei pescatori si ricordava come fosse fatta?


Perlustrarono il pezzo di terra dove avevano visto mamma orsa prendere rifugio e, dopo un po’ di tempo, finalmente uno dei pescatori l’ha avvistò. Diressero allora l’imbarcazione verso la spiaggia, con la speranza di trovarla ancora lì una volta arrivati.

Un’altra mossa rischiosa
In quel momento tutto si sarebbe risolto o in un modo terrificante o con una riconciliazione affettuosa. Mentre i pescatori si avvicinavano alla spiaggia, si chiedevano come avrebbero reagito i cuccioli e mamma orsa.


Si sarebbe precipitata alla barca per dilaniare gli uomini? I cuccioli avrebbero calpestato i pescatori per andare dalla loro madre? Dovevano essere coraggiosi per un’ultima volta, perciò si avvicinarono e si preparano a tutto quello che sarebbe potuto accadere.

L’attesa
C’è stato un piccolo momento di attesa perchè mamma orsa non era lì nel momento in cui gli uomini stavano attraccando. Avevano la sensazione che fosse vicina, forse che li stesse osservando da dietro gli alberi per vedere cosa avessero intenzione di fare.

Sapevano che il prossimo passo sarebbe stato lasciar andare i cuccioli, il cui odore li avrebbe ricondotti dalla madre. Così i pescatori portarono i piccoli stanchi e deboli sulla terra per lasciarli in sicurezza, in attesa dell’arrivo di mamma orsa.
Ma aspettate un attimo, dov’è mamma orsa? E cosa sta succedendo sull’altra sponda?

Sulla spiaggia
I pescatori non sapevano bene che cosa fare. Mamma orsa non sembrava voler venire incontro ai cuccioli e temevano che i piccolini non ce l’avrebbero fatta da soli con quel tempo freddo e rigido.

I pescatori non sapevano bene cosa fare, quando all’improvviso videro del movimento sull’altra sponda. La madre dei due cuccioli salvati era entrata in acqua e aveva cominciato a nuotare verso di loro. E adesso cosa fare?

In arrivo
Mamma orsa nuotava sempre più velocemente e i pescatori si sono chiesti allora perché non fosse stata in grado di farlo prima con i cuccioli. Probabilmente era troppo difficile per lei nuotare con i due piccoli aggrappati sulla schiena ma adesso che lo faceva sola, attraversare il lago le era possibile.

Con ogni secondo che passava, mamma orsa si avvicinava sempre di più. I pescatori se da un lato erano felici di vederla arrivare nell’altra sponda, dall’altra temevano che volesse vendicarsi per aver preso i suoi cuccioli. Loro sapeva di avergli appena salvato la vita, ma mamma orsa la pensava allo stesso modo?

L’incontro
I pescatori non volevano mettere in pericolo le loro vite, perciò hanno lasciato i cuccioli e sono tornati alla barca sperando per il meglio. Hanno avviato il motore e, allontanandosi, tenevano d’occhio ciò che stava accadendo.

Quando la madre stava per arrivare sulla spiaggia per vedere i cuccioli, gli uomini sono andati via sereni. Guardandosi indietro ora vedevano mamma orsa raggiungere la sponda e sapevano che non avrebbe più lasciato i suoi cuccioli.

Addio, amici pelosi
Era arrivato il momento di dirsi addio. Dopo tutto ciò che avevano passato e il legame che si era creato, per i pescatori era difficile abbandonare i cuccioli. Erano però felici di aver filmato l’intera esperienza. In questo modo avrebbero potuto ricordare in qualsiasi momento quell’incredibile avventura e mostrare agli altri quella particolare battuta di pesca.

Il coraggio e la gentilezza che questi pescatori hanno dimostrato non lo dimenticheremo mai. Rappresentano un grande modello per l’umanità perché ci hanno insegnato una cosa molto importante: quando gli altri si trovano in difficoltà, possiamo sempre trovare il modo di offrire loro il nostro aiuto.